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Con lo spirito della III Internazionale

Ieri noi, la Comune Internazionalista del Rojava, abbiamo festeggiato la nascita dell’Internazionale Comunista,conosciuta anche come la Terza Internazionale. Moltie nostrie contemporaneie considerano il Comintern come uno strumento di controllo in mano alla leadership stalinista dell’URSS. E’ ritenuto responsabile del fallimento della Rivoluzione Spagnola, dell’isolamento della Yugoslavia titina, dell’abbandono deille rivoluzionarie grechei e italianie e di molte altre conseguenze della dottrina del “Socialismo in una sola nazione”. Ma se è comunemente accettato che “la storia è sempre scritta dai vincitori” (citazione scritta dalla mano del fascista francese RobertBrasillach1) come eredi della Resistenzariconfermiamo il nostro impegno nel combattere il fascismo sul piano politico, sociale e oggi anche su quello storico. Lo facciamo  sottolineando la lotta di migliaia di donne e uomini che hanno  portato a questo storico passo rivoluzionario, reso possibile solo al costo di enormi sacrifici e impegno deille rivoluzionarie di tutto il mondo. Riprendiamoci la nostra storia!
Benché la terza Internazionale sia stata fondata nel 4 marzo 1919 possiamo dire che i suoi semi sono stati piantati cinque anni prima, il 4 agosto 1914 quando il più antico e potente partito Social-Democratico d’Europa, partito guida della Seconda Internazionale, votò a favore dei crediti di guerra. A causa di questo tradimento dei valori antimilitaristi e internazionalisti moltie pensarono che il partito avrebbe dovuto chiamarsi SPD Tedesco e non SPD della Germania2. Questo tradimento avrebbe dato a Lenin materiale per definire e denunciare i “social-chauvinisti”, come chiamava i socialisti che preferivano unirsi ai ranghi  dello stato-nazione invece che quelli delle classi lavoratrici oppresse. Questo tradimento avrebbe portato all’assassinio di più di 9 milioni di uomini poveri che combattevano le guerre dei ricchi. Con l’eccezione di una piccola minoranza di quello che diventerà il gruppo di Zimmerwald3  e di alcune importanti figure socialiste come Jean-Jaures e Rosa Luxembourg, milioni di contadinie e lavoratorici galvanizzatie da sentimenti nazionalistici e condotti da un enorme numero di militanti della 2° internazionale si trovarono faccia a faccia a combattere l’uno contro l’altro dai due  lati delle trincee disegnate dagli stati-nazione 
Durante la I Guerra Mondiale, che Lenin definì come Guerra Civile Inter-imperialista, egli concluse che la secondainternazionale, fondata nel 1889, era morta e sepolta e che fosse necessario fondarne una terza che imparassedagli errori e dalle sconfitte di quella precedente. Per marcare ancora di più la rottura con le linee revisioniste e chauviniste del partito Social-Democratico Lenin intensificò il suo impegno internazionalista. sviluppando le tesi del “disfattismo rivoluzionario” e “patriottismo socialista“, che saranno adottate dai Bolscevichi, che si pronunciarono a favore della sconfitta della Russia, che avrebbe loro consentito di passare alla fase rivoluzionaria
La Rivoluzione Russa, che arrivò come una sorpresa, sarebbe giunta ad incarnare una speranza per tutti i movimenti rivoluzionari del mondo. Quei “dieci giorni che sconvolsero il mondo” diedero un rifugio sicuro a tutte le persone oppresse che non ne potevano più di colonialismo, disuguaglianza, guerre imperialiste. L’internazionalismo era visto e analizzato come un dovere ma anche come una necessità. I Bolscevichi credevano che, senza una rivoluzione socialista che scuotesse gli stati-nazione capitalisti, tutte le forze militari reazionarie si sarebbero unite per annientare la Rivoluzione di Ottobre come avevano fatto con la Comune di Parigi. Per questo serviva una nuova internazionale che supportasse e coordinasse le rivoluzioni in Europa e ovunque nel mondo.
Lo scopo di queste linee era sottolineare lo spirito della Resistenza e la necessità di essere unitie. Così nacque la terza internazionale che, contrariamente alle precedenti, non era limitata alla discussione ma attuava pratiche radicali. Per la prima volta nella storia moderna, c’erano territori liberati in cui ille rivoluzionarie lavoravano apertamente all’abbattimento degli stati-nazione, del capitalismo e del colonialismo. In altre parole, conducendo una guerra internazionalista e rivoluzionaria.
Nel 1920, il congresso di Baku conosciuto anche come “il congresso dei popoli dell’est” propose, attraverso le parole di Zinoviev, di superare la citazione di Marx “lavoratori di tutto il mondo unitevi”, sostituendola con “lavoratori e oppressi di tutto il mondo unitevi”, poichè la rivoluzione non è imitata al mondo industriale. Si dichiarò apertamente che la rivoluzione in Russia era solo un piccolo passo che iniziava la lunga marcia per la liberazione dei popoli di tutto il mondo.
La guerra fredda, le purghe staliniane e il revisionismo portarono all’inizio del processo che consumò l’ideale internazionalista e il rifugio che era stata l’URSS. Il socialismo in un solo paese avrebbe fatto prevalere gli interessi dello stato sugli interessi della rivoluzione. Una delle cose più importanti che possiamo imparare da tutte le rivoluzioni è che quando il “pensiero pragmatico”  è considerato più importante degli ideali e dei valori, il processo rivoluzionario è condannato al declino e all’estinzione. Con lo schema dei due blocchi il mondo fu diviso tra due strutture statali. La Rivoluzione Bolscevica non riuscì ad andare oltre allo stato come teorizzato dagli scritti di Marx, Engels e Lenin.Le file rivoluzionarie dopo la guerra di Spagna si divisero profondamente e i movimenti di liberazione nazionale non ebbero altra scelta che aumentare o diminuire le lotte in linea con le decisioni del Kremlino.
Ciò che Lenin aveva criticato e identificato come nazionalismo piccoloborghese dei russi bianchi” avrebbe segnato la rottura tra l’ URSS e la Cina. L’Orientalismo5 e le politiche Stato-centriche avrebbero separato questi due processi rivoluzionari con confini comuni. Soprattutto sotto Krushchev, l’URSS si trovò più vicina agli USA che alla Repubblica Popolare Cinese.A quel tempo, la Cina denunciò Kruschev come revisionista e condannò la coesistenza pacifica tra Russia e USA. Gli ideali socialisti e la fratellanza fra popoli furono cancellate dalla mentalità e dalle scelte politiche concentrate sullo Stato. Ad esempio, la Cina supportò il governo di Pinochet dopo il colpo di stato militare contro Salvador Allende. Una dittatura che portò al massacro, alla sparizione, alla detenzione di migliaia di rivoluzionarie cilenie. L’URSS strinse un accordo segreto con la Gran Bretagna relativo alla Grecia poichè riteneva non fosse ancora giunto il momento della rivoluzione in Grecia e abbandonò i rivoluzionari greci che erano prossimi a vincere la guerra civile. Stalin si spinse persino oltre in questa direzione, sciogliendo il Comintern nel 43 per diminuire le tensioni con “gli Alleati”.
Cina e Urss finirono nel vicolo cieco dello schema mentale statalista, proteggendo sempre gli interessi del proprio stato e delle proprie zone di influenza e da queste posizioni distrussero le potenzialità internazionaliste. Bisogna aspettare fino al 1955, con la conferenza di Bandung per vedere quella che sarà comparata alla seconda Internazionale del cosiddetto “Terzo Mondo”, in cui si riunirono 29 paesi e rappresentanti degli stati dell’Asia e dell’Africa. Questa conferenza pose le basi per quello che sarebbe diventato il “movimento dei paesi non allineati” nel 1961. Questo movimento riunì molti nuovi paesi indipendenti, condannando il colonialismo, l’imperialismo e la divisione del mondo in due blocchi; si trovarono però ad affrontare gli stessi problemi delle prime due internazionali: accordo sui principi ma mancanza di unità nelle decisioni e nelle azioni. La principale differenza è che si trattava di rappresentanti di stato, i quali in massima parte non rappresentavano i popoli stessi. In ogni caso, l’opposizione alla visione binaria del mondo proposta da Usa e Urss non convinse la maggior parte dell’umanità.
 
 Le lotte supportate dall’URSS rivoluzionaria riuscirono a evitare la  sua torsione autoritaria e revisionista e riuscirono a organizzarsi e a scuotere il pianeta. Negli anni ’60 il marxismo-leninismo fu messo in pratica,  ma non nello stato in cui era nato e nel paese che ne rivendicava l’esclusiva (URSS e  PRC). Cuba, Algeria, Vietnam, Palestina furono processi rivoluzionari che avrebbero aperto l’internazionalismo del Terzo Mondo e messo in pratica quello che sosteneva Lenin “usare le contraddizioni tra i poteri imperialisti e le loro alleanze per fare gli interessi degli stati proletari“. Ma una piccola differenza sta nel fatto che nessuno di questi quattro stati aveva sviluppato un forte proletariato, ma hanno lottato per il loro popolo e per le classi oppresse. 
 
La lotta che sarà teorizzata da Frantz Fanon, Ernesto Che Guevara, Amilcar Cabral e da molti altri difensori deglie oppressie di tutto il mondo. Cuba costituì delle unità militari, mediche, educative, che andarono a supportare la maggior parte dei movimenti rivoluzionari in Sud America, Africa, Asia. Ad esempio, in Africa più di 500mila militanti cubani internazionalisti adempirono al loro dovere internazionalista, mettendo in pratica le decisioni della terza Internazionale più di quanto il Comintern nella sua breve esistenza fosse stato in grado di fare.Amilcar Cabral, una delle più importanti 
figure rivoluzionarie del continente africano avrebbe trovato la parole migliori per descrivere il ruolo che l’Algeria benbellista giocò in supporto ai movimenti rivoluzionari: “I Cristiani vanno al Vaticano, i Musulmani alla Mecca e i rivoluzionari in Algeria.
 
Quella Palestinese come quella Vietnamita furono presentate dagli imperialisti come guerre civili ma di fatto tutte erano, per il movimento socialista rivoluzionario,  parte di una battaglia in cui la vittoria o la sconfitta sarebbe stata sentita su scala mondiale Per quelle due rivoluzioni era chiaro che ci fosse una barricata e due lati, ma stavolta erano combattenti per la libertà contro agenti dell’imperialismo, i popoli contro gli stati. Tutti i difensori dei popoli presero posizione contro l’aggressione statunitense al Vietnam, il movimento contro la guerra negli Usa, il movimento studentesco tedesco, solo per citare i più famosi. La sorprendente resistenza del Vietnam e della Palestina diede speranza ed energie a tutti i movimenti rivoluzionari nel mondo. i Fedayyin che combattevano i carri armati israeliani con i sassi, la guerriglia Vietcong con i suoi Kalashnikov contro i B-52 americani.
Che Guevara, Ben Barka e Cabral stavano preparando la Conferenza Tricontinentale per riunire tutti i Movimenti di Liberazione in Asia, Africa, Sud America sotto lo slogan del Che: “creare due, tre, molti Vietnam”. Il Sud America, da Santo Domingo all’Argentina guardava a l’Havana come un esempio per sviluppare molti movimenti di guerriglia per difendere i loro popoli completamente oppressi da governi filo-statunitensi. Rivoluzionari da tutto il mondo vennero a Beirut per difendere la rivoluzione palestinese. Questo era il parossismo dello spirito che era stato sprigionato  daille rivoluzionarie della Comune Parigina, dalla terza Internazionale, daille militanti cubanie e algerinie, dalle Brigate Internazionaliste in Euskal Herria, Aragona, Andalusia, Catalogna e Galizia.
Dopo quegli anni gloriosi la miglior sintesi è fatta dalla voce di Che Guevara.
“Perchè questa grande umanità ha urlato “Basta!” e ha iniziato a camminare. E la sua marcia di giganti non si fermerà prima di aver conquistato una reale indipendenza, per la quale hanno già sacrificato moltie martiri, piùdi una volta, invano. Ora, in qualunque caso, quelli che muoionomoriranno come quellie di Cuba, come quellie di Playa Giron: moriranno per la loro unica, genuina, inalienabile indipendenza.
 I movimenti rivoluzionari degli anni ’80 e ’90 iniziarono a essere consumati da questa tanto desiderata indipendenza, e i nuovi stati indipendenti giocarono il ruolo di colonizzatori con “pelle nera e maschere bianche”insieme ad una repressione incredibilmente dura e perfettamente coordinata da parte degli stati. Ci sono voluti poco meno di cento anni di lotte e sacrifici dalla fondazione del Comintern alla Rivoluzione del Rojava e delKurdistan per fare autocritica riguardo alle convinzioni che abbiamo avuto. Cioè che uno stato fosse un passo necessario e inevitabile per la Liberazione del nostro Popolo. Il 19 luglio 2011 Kobane divenne l’eco del 7 novembre 1917 a San Pietroburgo. La battaglia di Kobane è l’eco della battaglia di Stalingrado, in cui i reggimenti di Daesh e quelli nazisti furono distrutti, I battaglioni internazionalisti che hanno combattuto a Deir-el-zor e Afrin sono gli eredi delle Brigate Internazionali che combatterono in Aragona e a Saragozza.
Che le fiamme della Resistenza che è iniziata in Rojava possano illuminare altri popoli che vogliono combattere per la loro indipendenza e per una società socialista e anti-patriarcale.
Bijî Serok Apo, Bijî Berxwedana Kurdistan, Bijî Biratî ya Gelan 
2 SPD Tedesco  richiama un maggior grado di nazionalismo mentre SPD della Germania richiama l’idea di unasezione tedesca dell’Internazionale
5 tendenza filocinese